Musica e intelligenza artificiale

01.02.2024

L'intelligenza artificiale è da tempo applicata al mondo musicale. Gli algoritmi sono in grado di analizzare le nostre scelte e fare proposte adeguate ai nostri gusti. L'altra frontiera già superata dall'Intelligenza Artificiale (che chiameremo AI per darci un tono) è quella della creazione di melodie e brani come se fosse un musicista reale. Cantanti creati con l'AI esistono sui servizi di streaming musicale e svariano dal metal alla musica classica anche se l'apprezzamento non è generalizzato, soprattutto da parte di critici musicali e artisti in carne, corde vocali e ossa.

Fu la Sony, nel 2017 a creare la prima di canzone di successo con l'AI. Daddy's Car, una canzone sullo stile dei Beatles che ha milioni di visualizzazioni solo su YouTube, è stata la prima ma se si ricerca artificial intelligence music i risultati sono già numerosissimi e di tutti i generi e i musicisti artificiali hanno le loro pagine su Spotify, Amazon Music e Apple Music… con "canzoni originali nello stile del tuo artista preferito".

Quando ChatGPT ha creato un testo per una canzone "sullo stile" di Nick Cave, uno dei più grandi cantautori della storia, il diretto interessato l'ha giudicata "una stron***a, una grottesca presa in giro di ciò che significa essere umani… una replica, una specie di burlesque. Le vere canzoni nascono dalla complessa lotta umana interna della creazione".

Una osservazione più pragmatica viene dal quotidiano The Guardian: "per sconvolgere la musica pop - e anche molti altri campi - l'intelligenza artificiale non ha bisogno di manifestare il genio. Deve solo essere abbastanza buono in modo che la sua economicità rispetto al lavoro umano prevalga su qualsiasi calo di qualità percepito".

Per scienziati e programmatori la varietà del linguaggio delle sette note (12 se ci mettiamo anche le alterazioni, i famosi tasti neri del pianoforte) è un terreno fertile su cui sperimentare nuove soluzioni e dato che l'AI impara molto più velocemente di quanto noi ci impieghiamo a riflettere sulle sue evoluzioni, la domanda che ci si pone oggi è: se l'apprendimento automatico dell'AI, studiando i segreti dei grandi compositori, modella algoritmi matematici in grado di creare musica, fino a che punto può essere sostituita la creatività umana?

Non si tratta di mettere in dubbio la utilità e persino la bontà di un procedimento per il quale, una volta compresi i meccanismi di elaborazione del linguaggio musicale, macchine e computer siano in grado di creare brani originali.

Comporre musica comporta l'utilizzo dell'intelligenza a diversi livelli che comprendono sensibilità e fantasia. Si può scomporre e ricomporre un brano musicale secondo alcuni parametri matematici per indicare la durata delle singole note insieme all'altezza del suono, il timbro e la dinamica (volgarmente "volume") ma come introdurre i parametri che riguardano le emozioni?

Oggi, la sida nella quale il mercato musicale è impegnato è quella di capire i gusti musicali dei propri utenti e proporre nuove canzoni per consolidare e aumentare il numero dei propri clienti.

Gli algoritmi apprendono ogni nostra abitudine e poi ci offrono ciò che desideriamo ma, per quanto riguarda la "creatività", come e da chi vengono scelti i riferimenti estetici, culturali o etici delle canzoni, le sensazioni e le emozioni sonore, se alla base della creazione di musica c'è un software?

Dialogare e interagire con le macchine può fornire un contributo positivo alla nostra qualità di vita, ma il limite che si vede all'orizzonte è quello che la tecnologia influenzi la libertà, limiti la fecondità del pensiero e mortifichi la ricchezza interiore… fino al punto che si ritenga superfluo il contributo delle emozioni a fronte di un prodotto perfetto (e più economico), ma soprattutto rassicurante. Senza quella novità dirompente, scandalizzante che (finora) ha reso arte ogni una creazione umana. Saprà l'AI, imparando dal passato e potendo contare soltanto sul passato, comporre con la scintilla creativa dell'arte?

Può darsi che in un prossimo futuro non sarà più necessario andare a teatro per sentire una performance dal vivo e che non sarà più necessario che esista qualcuno capace di suonare uno strumento?

Sono domande che non riguardano soltanto il ruolo della musica e di musicisti. La domanda fondamentale riguarda il ruolo dell'umanità sulla terra.