La musica religiosa di Liszt
Introduzione all'ascolto della musica di Franz Liszt
Il nome dell'ungherese Franz Liszt (1811-1886) fa immediatamente pensare a una produzione musicale, soprattutto pianistica, caratterizzata da virtuosismi e particolari difficoltà tecniche di esecuzione. Formidabile e acclamato virtuoso, Liszt era in effetti un dominatore, un titano del pianoforte, idolatrato dal pubblico delle sale da concerto e conteso dai salotti della grande nobiltà europea.
Funambolo della tastiera, osannato come una rockstar e fama di gran viveur, Franz Listz a soli 36 anni, decise di ritirarsi dalle scene per dedicarsi alla composizione. Intraprese un lungo e travagliato percorso di ascesi spirituale che fu definito come una «metamorfosi da demonio ad angelo» (F. Busoni) e che lo portò, nel 1864, a ricevere da Pio IX la tonsura, gli ordini minori francescani e la carica di abate.
Diventato l'abbé Liszt, si dedicò a composizioni sempre più ascetiche. In questa seconda parte della propria vita, Liszt indirizzò la maggior parte delle proprie energie creative alla musica sacra, "con criteri alquanto originali e con un gusto estetizzante dell'arcaismo gregoriano nonché delle forme esteriori del rito" (M. Mila). Compose una vasta mole di opere di ispirazione religiosa che ammonta ad una sessantina di titoli tra musica corale sacra, due vasti oratorî (la Leggenda di Santa Elisabetta e il Christus) diverse Messe, una Via Crucis e una discreta raccolta di brani per organo dalla quale sono tratti quelli che ascolteremo questa sera.
"In Listz isole di candore e purezza emergono nella sua musica con sempre maggiore frequenza fino a quando non riesce a liberarsi dal sentimentalismo romantico per giungere a una forma e a una scrittura decisamente spirituali, in cui il virtuosismo viene sempre meno. La musica religiosa di Liszt ha un linguaggio estremamente personale e arduo. E forse quello che disturba in lui è anche la sua fiducia, la sua fede, la sua positività. E molti brani dell'ultima produzione si collocano sulla soglia del silenzio. Il vero Liszt è quello della contemplazione mistica e serena. Se si ammette la sincerità della svolta, allora è quello il suo più autentico ritratto" (T. Campanella).
«Per parte mia ritorno più che mai al mio punto di partenza, al cristianesimo. L'avvenire del mondo è in questo suo passato e la sapienza ultima nella croce. Un giorno scrissi [ad un amico] che solo Cristo ci può liberare; quel sentimento sgorgava dal più profondo del mio cuore, non nelle parole ma nelle speranze rassegnate, nella musica solitaria. Questa musica non si scrive, non si canta, ma noi sentiamo, nelle nostre sofferenze, che Dio l'ascolta...» (Franz Liszt).
Programma musicale
Il repertorio che verrà eseguito nella produzione Incontrare Dio sulla soglia del silenzio (vedi sezione SPIRITUALITA') comprende brani che fanno esplicito riferimento a momenti del rito liturgico, pratiche devozionali, preghiere o a composizioni sacre di altri autori. La musica di Liszt reinterpreta la tradizione con uno stile ascetico e una scrittura austera, aggiungendovi uno sperimentalismo armonico a tratti anticipatore della modernità del '900.
Il compositore diventa in qualche modo predicatore e "dove la Parola non basta più ai sensi, è il suono che la innalza e trasfigura" (F. Liszt).
Questo stile asciutto, essenziale, scarno, eclettico ma soprattutto fortemente espressivo non è fatto per stupire ma per portare l'uditore, attraverso l'arditezza del linguaggio, sulla soglia del mistero.