LA FORZA DEL DESTINO E LA VERGINE DEGLI ANGELI
Il 7 dicembre, Festa di Sant'Ambrogio è anche la tradizionale data nella quale si apre la stagione del teatro alla Scala. Quest'anno (2024), l'opera di inaugurazione sarà La forza del destino di Giuseppe Verdi. Un'opera dalla trama complessa, un dramma nel quale si intrecciano amore contrastato, onore, vendetta in tutto nell'incapacità dei personaggi di vincere e sfuggire, ovviamente, alla forza del destino!
Ma in questo dramma c'è posto anche per un momento di spiritualità che un anticlericale con "religiosità laica" come di Verdi inserisce spesso nelle sue opere. Si tratta de La Vergine degli Angeli, un inno alla Madonna cantato da Leonora, il personaggio femminile principale della vicenda, che trova rifugio in un monastero perché sta fuggendo da Don Carlo, suo fratello, che vuole vendicare la morte del padre, ucciso accidentalmente da Don Alvaro, l'amante di Leonora.
Leonora cerca di trovare sollievo e rifugio nell'isolamento di un eremo per espiare, redimersi e contrastare l'insopportabile sorte di morte che tormenta la sua anima. Prima di inoltrarsi tra le celle del convento e iniziare il suo percorso di nascondimento e riscatto, i monaci invocano sul suo capo la benedizione della Vergine. Si tratta di un inno religioso, molto lineare nella sua struttura. Viene intonato prima dal coro maschile, i monaci, e poi ripreso dal soprano, Leonora. Anche il testo è molto semplice: La Vergine degli Angeli mi copra del suo manto, e mi protegga vigile di Dio l'Angelo santo. Nel dipanarsi dell'opera, tra guerre, maledizioni e odii incrociati, questo inno rappresenta un momento sublime, quasi miracoloso. La ieratica melodia intonata dall'austero coro dei monaci si fonda con l'aria lirica cantata dalla commossa voce di Leonora e, in un'opera che macina anni tra un atto e l'altro, in questo momento sembra che il tempo si fermi, che sulla terra, violentata da guerre e assassinii, si apra un angolo di cielo, dove regna la pace e nel quale fa il suo ingresso Leonora.
Molti sostengono che nel comporre quest'inno, che nell'opera è ambientato nella chiesa della Madonna degli Angeli di Hornachuelos, nel sud della Spagna, Verdi si sia ispirato ad un grande dipinto, opera di Francesco Scaramuzza (Parma 1805-1886), intitolato La resurrezione di Maria, in cui appare la Vergine portata in cielo da una folta schiera di angeli, e che si trova presso un altare minore nella chiesa della Collegiata di Cortemaggiore, situata a pochi chilometri dal paese natale di sua madre. Pare che qui, Giuseppe Verdi si recasse spesso a pregare…
Ma attenzione, questo canto armonioso, questa invocazione serena e fiduciosa si conclude con un richiamo alla realtà simboleggiato dalle ultime note, drammatiche, suonate dai violoncelli. Con questo finale, Verdi ci vuole ricordare che il dramma non è finito (ci sono ancora due atti), che nonostante il sacrificio di Leonora non si sfugge dalle proprie colpe, non si sfugge dalle proprie responsabilità. Non si sfugge alla inesorabile… forza del destino.