In memoria di Ratzinger teologo della musica
Joseph Ratzinger (Benedetto XVI) era un appassionato e conoscitore di musica, non solo come pianista ma anche come teologo. Segnalo tra i suoi tanti contributi sull'argomento, il capitolo Fondamento teologico della musica sacra. Cenni riassuntivi della disputa postconciliare sulla musica sacra in La festa della fede (Jaca Book, 1983).
Il testo è datato. 20 anni dal Concilio e 40 da noi si sentono, e polemizzando con altri due eminenti teologi (Rahner e Vorgrimler), Ratzinger indica il fondamento teologico della musica liturgica nella dinamica dell'incarnazione-spiritualizzazione che purifica gli elementi materiali e sensibili per renderli "adatti e degni" al compito di glorificazione proprio della liturgia.
Ciò che può rimanere come valido richiamo è la sottolineatura che nella Chiesa del post-Concilio "si è fatto sempre più tristemente percepibile il pauroso impoverimento" della musica nella liturgia per assoggettarla "esclusivamente all'uso".
Questo il passaggio più significativo: "Una chiesa che faccia soltanto della musica d'uso cade nell'inetto e diviene essa stessa inetta. La Chiesa ha un'incombenza ben più alta: ha il dovere di essere città della "gloria", nonché città nella quale sono portati agli orecchi di Dio i lamenti dell'umanità. La Chiesa non può appagarsi dell'ordinario e dell'usuale: deve ridestare la voce del cosmo, glorificando il Creatore e svelando al cosmo la sua magnificenza, renderlo splendido, e quindi bello, abitabile, amabile. Perciò il problema dell'adatto deve essere anche e sempre il problema del degno e la provocazione a cercare questo degno".
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