Il suono del Giubileo
Con l'apertura della Porta Santa della Basilica di San Pietro, il prossimo 24 dicembre, avrà inizio il trentaquattresimo Giubileo della Chiesa Cattolica. Se molti possono sospettare, ragionevolmente, che il Giubileo cattolico trovi le proprie origini nella tradizione ebraica, forse pochi sanno che il termine "Giubileo" deriva dalla tradizione musicale ebraica.
Secondo il racconto biblico,
Dio ordinò a Mosè: "conterete sette settimane di anni, cioè sette volte sette
anni; queste sette settimane di anni faranno un periodo di quarantanove anni.
[…] dichiarerete santo il cinquantesimo anno e proclamerete la liberazione nel
paese per tutti i suoi abitanti. Sarà per voi un giubileo". Per segnare
ufficialmente l'inizio del giubileo, Dio diede indicare di far "squillare la
tromba dell'acclamazione; nel giorno dell'espiazione farete squillare la tromba
per tutto il paese".
Questo strumento, che viene semplicisticamente tradotto con "tromba", in realtà è un corno di montone (in ebraico shofar), ma il suono di questo strumento, un suono che scandisce il tempo, separando il tempo feriale e dando inizio al tempo sacro, viene detto jobel da cui, appunto, giubileo.
La traduzione "tromba" non è del tutto errata perché lo shofar viene suonato come una tromba, applicando le labbra al buco e facendo vibrare la colonna d'aria interna al corno ma, a differenza della tromba moderna, non ha pistoni.
Lo shofar produce un suono molto primitivo che si può ascoltare in questo video.
Lo shofar non consente una varietà di note tali da produrre una melodia ma una combinazione di suono e ritmo che vanno a costituire quattro tipologie caratteristiche che vengono identificate con altrettanti nomi ebraici: una nota
lunga e maestosa, per evocare una convocazione solenne (la Tekiah); tre note di
media lunghezza, simili al suono di un pianto, che richiama la fragilità umana
e invita a riflettere sulle azioni passate (lo Shevarim); una serie di note
brevi e spezzate, come un allarme urgente per svegliarsi dal sonno spirituale
(il T'ruah blast). Nell festa del Capodanno ebraico (festa di Rosh ha Shanah) i
tre suoni vengono combinati insieme per lanciare un appello al cambiamento
duraturo e alla redenzione (Tekiah gedolah).
Lo shofar viene menzionato spesso nella Bibbia ma il suo suono è collegato con un altro episodio molto famoso che è quello che riguarda Isacco, salvato dal sacrificio quando Abramo, al suo posto, sacrificò un ariete rimasto impigliato in un cespuglio proprio per le corna. Nella tradizione un corno di ariete veniva suonato per ricordare la fede di Abramo che aveva obbedito a Dio.
A parte l'utilizzo nella liturgia ebraica, lo shofar non viene utilizzato nella musica classica come invece capita, ad esempio, con l'organo. Qualche cosa di simile si può sentire in un'opera di Edward Elgar, Gli apostoli, ma si tratta di un filicorno.