il Carnevale degli animali... musicali.
Sicuramente avrete visto ballare almeno una volta la morte del cigno (qui potete rivederla nella interpretazione dell'indimenticabile Carla Fracci) ma forse non sapete che questo brano è solo uno dei 14 che compongono il Carnevale degli animali, opera composta dal francese Camille Saint-Saëns. In realtà, nel Carnevale degli animali, non c'è "la morte" del cigno ma semplicemente un brano titolato "il cigno" perché l'opera non racconta una storia tragica ma tutti i 14 brevi brani hanno un intento umoristico, come lo è ogni scherzo di carnevale di buon gusto. Non a caso, Il Carnevale degli animali fu composto per essere eseguito privatamente proprio il martedì grasso del 1886 e pubblicamente solo il 26 febbraio 1922 (probabilmente ancora nel periodo di Carnevale) perché, per volere del compositore, doveva essere eseguito solo dopo la sua morte avvenuta nel 1921.
Ma come fa la musica ad essere umoristica?
Per farsene un'idea si può ascoltare questa esecuzione dei Cameristi della Scala commentata da Elio (delle Storie Tese) oppure continuare a leggere questo articolo.
Il Carnevale degli animali di Camille Saint-Saëns, che è anche la sua opera più famosa, è identificato dall'autore come una "Grande fantasia zoologica" e il termine "fantasia" fa riferimento alla forma musicale scelta, una forma libera (non si tratta di una Sinfonia né di una Suite, per esempio) ma anche al fatto che per apprezzarla a pieno bisogna ascoltarla mettendoci un po' di fantasia e anche un pizzico di cultura musicale.
Scorrendo i titoli dei 14 piccoli brani (per due pianoforti e orchestra) si può pensare ad uno strano elenco di animali ma, nelle intenzioni di Camille, si tratta di una ironica e a tratti spietata carrellata di personaggi dell'ambiente musicale parigino dell'epoca (e non solo). Evidentemente Saint-Saëns sapeva che poteva incorrere in pericolose vendette da personaggi senza senso dell'umorismo e per questo decise di non pubblicare una partitura così "scottante" mentre era ancora in vita.
Ad esempio, proprio per essere "delicato", Camille inserisce tra le razze animali quella dei "pianisti" con un brano costituito da una serie di esercizi, scale ascendenti e discendenti, ripetuti un po' ossessivamente al pianoforte. È una evidente parodia dei musicisti in erba, tanto che la partitura indica che gli esecutori "devono imitare il modo di suonare di un principiante e la sua goffaggine". Forse è anche una simpatica critica ad una didattica arida e severa (quante passioni musicali si sono arenate su questi esercizi!). Ascoltandolo si prova una grande tenerezza penando a quanti giovinetti son stati costretti a ore di ripetitivo ed estenuante studio sulla tastiera, ma anche molta compassione per le orecchie dei vicini.
Altre specie animali sono mirabilmente descritte attraverso la riproduzione del loro verso con gli strumenti musicali. "Galline e galli" sono interpretati da pianoforti, violini, viola e clarinetto che riproducono un pollaio schiamazzante. È sempre il clarinetto a riprodurre il cu-cu del cuculo nascosto tra gli accordi dei due pianoforti che creano un'immaginifica foresta. Quando però i violini si mettono a ragliare si potrebbe pensare di trovarci di fronte ad un asino ma il titolo del brano è più enigmaticamente "personaggi dalle lunghe orecchie" come lo erano - e forse lo sono ancora - certi critici musicali saccenti e per niente illuminati.
E non si può non pensare ancora a dei vecchi baroni da Conservatorio o a tutti coloro che non sanno capire le novità della musica restando ancorati alla preistoria con la loro mentalità antiquata quando lo xilofono interpreta il rumore delle ossa nel brano "i fossili" nel quale si riconoscono quelli che erano dei veri e propri tormentoni musicali dell'epoca. Non a caso, tra le citazioni musicali, Saint-Saëns inserisce anche la sua Danse macabre, un Poema Sinfonico che descrive la danza di alcuni scheletri sopra le tombe di un cimitero. Non c'è bisogno di spiegare niente di più...
Per le tartarughe, animale dall'andatura notoriamente lenta, il brano è una parodia del celebre Can-Can di Offenbach che nella versione originale è uno scatenato balletto ma che qui viene grottescamente rallentato e accompagnato da banali accordi del pianoforte.
Molto prima di Walt Disney che nella sua Fantasia fa ballare la Danza delle ore di Amilcare Ponchielli a ippopotami ed elefanti, Saint-Saens fa ballare a tempo di valzer il suo elefante sulla Danza delle silfidi di Hector Berlioz. Pensare ad un elefante che danza è già sufficientemente ridicolo, se poi si pensa al fatto che le sifildi erano creature mitologiche leggiadre e graziose, il risultato è spassoso. Non trovate?
Lo zoo musicale si completa con i ruggiti del leone mimati da scale cromatiche ascendenti e discendenti del pianoforte e degli archi nella Marcia di Introduzione che, essendo dedicata al re della foresta, è una marcia "reale"; due Canguri saltellano sugli accordi dei pianoforti con andatura a velocità variabile; nello zoo musicale troviamo un Aquarium riempito da fluidi arpeggi di pianoforte con tocchi raffinati di xilofono (brano molto utilizzato come colonna sonora) e una Voliera in cui il volo incessante di uccelli non meglio identificati viene riprodotto da una leggera frase del flauto, ripresa più volte, sull'accompagnamento degli archi.
Del cigno abbiamo già detto ma possiamo aggiungere che questa celebre melodia - che assume un significato drammatico nel balletto - potrebbe essere anch'essa una sottile parodia di un eccesso di sentimentalismo nelle melodie dell'epoca e prepara efficacemente al gran Finale: una passerella musicale in cui, attraverso i suoni degli strumenti, rivediamo passare festosamente in rassegna tutti gli animali, pianisti e critici compresi, come se stessimo ad applaudirli dalle gradinate di un circo. Il grande circo del mondo musicale.
Buon Carnevale in musica!